Protesi all'anca tempi di recupero

Protesi all’anca tempi di recupero: l’importanza del tipo di chirurgia e delle indicazioni post-operatorie     

I tempi di recupero dopo un intervento di impianto di protesi all’anca variano in base a diversi fattori clinici e organizzativi. Sono diversi i pazienti che si chiedono quanto tempo occorre per riprendere la piena mobilità a seguito di un intervento di sostituzione protesica dell’anca, dovuta spesso ad artrosi anca avanzata. Questi tempi dipendono innanzitutto dalla perizia e professionalità del chirurgo ortopedico che esegue l’operazione, poiché solo un esperto è in grado di valutare tutte le peculiarità dell’intervento.

Altrettanto importante è rispettare le indicazioni che il medico fornisce circa la riabilitazione post-chirurgica. È fondamentale seguire le tempistiche suggerite per la deambulazione, i carichi sull’arto e gli esercizi da svolgere quotidianamente a casa. Anche l’adeguamento dell’ambiente domestico e, nei primi tempi, l’aiuto di un assistente familiare risultano utili per velocizzare la guarigione.

Tra i consigli principali, si ricordano: evitare vasche da bagno per 3 mesi, preferendo docce con pavimento antiscivolo; chiedere assistenza per le cure personali, come lavare i piedi; astenersi da lavori pesanti per almeno 90 giorni. Solo rispettando queste indicazioni è possibile ottenere il massimo beneficio dall’intervento di sostituzione protesica dell’anca.

Protesi all’anca tempi di recupero: Tempi di deambulazione e carico nell’intervento mini invasivo

L’intervento di sostituzione dell’anca con protesi tramite tecnica mini-invasiva permette un recupero funzionale più rapido rispetto alla tecnica tradizionale. L’impianto di protesi anca mini invasiva Piacenza prevede piccole incisioni cutanee, rispetto all’approccio tradizionale che richiede una incisione più estesa. Questo determina un minor trauma dei tessuti molli e un’inferiore perdita ematica. Di conseguenza, il paziente sperimenta minor dolore post-operatorio.

Generalmente, i tempi di deambulazione possono essere ridotti, in quanto il minore danno dei tessuti permette una mobilità articolare precoce. La letteratura scientifica indica che con la protesi anca mini-invasiva è possibile iniziare il carico parziale sul piede operato già dopo 48-72 ore dall’intervento.

Il pieno carico, invece, è raggiunto nell’arco di 10-15 giorni, un tempo nettamente inferiore rispetto ai giorni richiesti dalla tecnica tradizionale. Questo consente al paziente di riprendere prima le normali attività quotidiane senza ausilio di stampelle o deambulatori.

Naturalmente, ciascun caso clinico presenta peculiarità che devono essere valutate dal chirurgo. Tuttavia, la letteratura conferma che la protesi anca mini-invasiva permette di ridurre i tempi di recupero funzionale nella stragrande maggioranza dei pazienti. Il recupero precoce del carico e della deambulazione rappresentano aspetti fondamentali per una migliore qualità di vita dopo l’intervento di sostituzione protesica dell’anca. 

Protesi all’anca tempi di recupero: tempi più lunghi negli interventi più complessi

I tempi di recupero funzionale dopo un intervento di impianto protesico all’anca variano in base alla complessità dell’operazione. Nei casi standard, con l’inserimento di una protesi anca mini invasiva Palermo, è possibile raggiungere un buon recupero nell’arco di 2-3 settimane. Tuttavia, quando si rendono necessarie operazioni più articolate, ad esempio in presenza di fratture peri-protesiche o di dislocazioni, i tempi di pieno recupero della deambulazione e della capacità di carico tendono ad allungarsi.

Negli interventi di revisione protesica, per sostituire una protesi usurata o danneggiata, occorre maggiore cautela nella mobilizzazione precoce della gamba, per consentire un’adeguata consolidazione dell’osso e dei tessuti molli sottoposti a nuovo stress. Anche negli impianti protesici su anche precedentemente fratturate o mal consolidate, è consigliabile un carico progressivo più lento.

In tali situazioni, i tempi per riprendere pienamente il cammino senza ausilio, come stampelle o deambulatori, possono prolungarsi da 4-6 settimaneSoprattutto nei casi che richiedono la ricostruzione di segmenti ossei carenti, attraverso l’utilizzo di protesi particolarmente complesse o di impianti di supporto (espansori ossei, strutture metalliche), il recupero funzionale completo può richiedere anche 2-3 mesi. 

Tempi di recupero dopo intervento di protesi all’anca: l’importanza di seguire le indicazioni del chirurgo ortopedico

Per il corretto recupero funzionale dopo un intervento di impianto di protesi anca mini invasiva Milano risulta fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal chirurgo ortopedico. Il medico, sulla base della specifica condizione clinica del paziente e della tipologia di operazione eseguita, detta i tempi e le modalità della riabilitazione post-operatoriaÈ importante non accelerare o forzare eccessivamente i movimenti, soprattutto nelle prime 2-3 settimane, poiché un carico prematuro potrebbe compromettere la corretta integrazione della protesi.

Rispettare le tempistiche per iniziare la deambulazione con le stampelle e a eseguire semplici esercizi mobilitativi della gamba è cruciale per prevenire complicanze, come lussazioni o fratture peri-protesiche, che rallenterebbero il recupero. Devono essere seguite alla lettera anche le indicazioni relative al carico da applicare, graduando progressivamente il peso sull’arto operato.

La collaborazione attiva del paziente al programma riabilitativo personalizzato garantito dall’ortopedico risulta imprescindibile ai fini dell’ottimizzazione di tempi e qualità del recupero funzionale post-intervento di protesi all’anca. Solo il rispetto delle indicazioni specialistiche assicura il buon esito dell’operazione e il pieno recupero della piena efficienza muscolare e articolare dell’arto inferiore.

Infiltrazione anca acido ialuronico

Infiltrazione anca acido ialuronico: quando e a chi è consigliata

L’infiltrazione anca acido ialuronico può rivelarsi un’efficace opzione terapeutica in determinate condizioni. Nello specifico, questo trattamento può essere preso in considerazione quando farmaci antinfiammatori e terapie fisiche conservative, come laserterapia e ultrasuoni, non sono più in grado di controllare adeguatamente i sintomi dolorosi. L’infiltrazione risulta particolarmente indicata nei casi di artrosi dell’anca di grado lieve o moderato, quando l’obiettivo è rallentare la progressione della patologia e posticipare eventuali interventi chirurgici.

L’infiltrazione anca acido ialuronico consiste nell’iniezione nell’articolazione affetta di una soluzione a base del lubrificante naturale acido ialuronico, che agisce diminuendo l’attrito articolare e modulando processi infiammatori. Numerosi studi clinici hanno dimostrato come questo trattamento possa migliorare in modo significativo i sintomi dolorosi e limitativi.

Sebbene questa tecnica possa rappresentare un’opzione da valutare caso per caso, è sempre consigliabile che il paziente si rivolga a un esperto chirurgo ortopedico per una corretta diagnosi, la scelta della terapia più adeguata e un attento monitoraggio nel tempo. Solo un medico specializzato, infatti, è in grado di valutare accuratamente la situazione e indirizzare il paziente verso il percorso riabilitativo o l’eventuale intervento chirurgico più idoneo. Pertanto, l’infiltrazione acido ialuronico anca Piacenza può migliorare i sintomi artrosici, ma la gestione globale del paziente deve sempre avvenire sotto la supervisione di un ortopedico.

Infiltrazione anca acido ialuronico è consigliata nei casi di artrosi di grado lieve-moderato

L’infiltrazione di acido ialuronico nell’anca risulta una tecnica utile nel trattamento dell’artrosi lieve-moderata. L’artrosi è una patologia degenerativa che si caratterizza per l’usura progressiva della cartilagine articolare, con conseguente dolore e riduzione della mobilità dell’articolazione colpita. Nelle forme di grado lieve o moderato, l’infiltrazione di acido ialuronico intra-articolare è in grado di fornire un sollievo sintomatico prolungato nel tempo, riducendo il dolore e migliorando la funzionalità.

L’acido ialuronico è una sostanza lubrificante, naturalmente presente nelle articolazioni sane e in grado di esplicare un’azione protettiva sulla cartilagine. Con l’infiltrazione, si reintegra i livelli fisiologici di acido ialuronico all’interno dell’articolazione, favorendo la lubrificazione e la protezione della superficie articolare. Le infiltrazioni sono eseguite ambulatorialmente dal medico, che dopo accurata disinfezione inietta il preparato all’interno dell’articolazione colpita, attraverso un sottile ago.

L’efficacia dell’acido ialuronico è dimostrata da numerosi studi scientifici nei quali si evidenzia il miglioramento nei punteggi del dolore, nella riduzione dell’infiammazione e nel recupero delle funzioni dell’arto, con benefici duraturi anche a distanza di mesi dal trattamento. Le infiltrazioni acido ialuronico anca Palermo rappresentano pertanto un valido approccio terapeutico conservativo, ben tollerato e di provata efficacia sintomatica nelle forme iniziali di artrosi.

Infiltrazioni acido ialuronico anca: quando farmaci e fisioterapia non sono più sufficienti

Nelle forme di artrosi anca in stadio avanzato, quando il sollievo sintomatico offerto da farmaci antinfiammatori e dalla fisioterapia non è più sufficiente, le infiltrazioni di acido ialuronico nell’anca possono rappresentare una valida opzione di trattamento. L’artrosi in fase grave si caratterizza per un severo danno cartilagineo associato a ridotta mobilità e dolore persistente anche a riposo, che compromettono significativamente la qualità di vita. Quando le terapie conservative standard diventano inefficaci, le infiltrazioni acido ialuronico anca Brescia intra-articolare mirano a fornire sollievo dal dolore e recupero funzionale attraverso i propri meccanismi d’azione.

Dotato di proprietà lubrificanti e protettive sulla cartilagine, l’acido ialuronico è infiltrato nell’articolazione dell’anca dal medico tramite un’iniezione eco-guidata, al fine di reintegrare i livelli fisiologici all’interno dell’articolazione ed esercitare i suoi effetti benefici anche in presenza di danno strutturale avanzato.

Numerosi studi hanno dimostrato come questo trattamento, ben tollerato, riesca a migliorare in modo significativo il dolore e la mobilità dell’anca già nel breve-medio periodo, offrendo un’opzione terapeutica utilizzabile anche in vista di un successivo intervento protesico. Pertanto, soprattutto in caso di controindicazione o rifiuto dell’artroprotesi, le infiltrazioni di acido ialuronico rappresentano oggi un’alternativa valida. 

Infiltrazioni anca acido ialuronico: consigliate anche nelle forme iniziali di distrofia articolare

L’infiltrazione anca acido ialuronico può essere considerata un’opzione terapeutica valida anche nelle forme iniziali di artrosi. L’artrosi dell’anca, o distrofia articolare dell’anca, è una patologia degenerativa che colpisce l’articolazione coxo-femorale. Nei primi stadi della malattia, si riscontra un alterato equilibrio tra la produzione e la degradazione della cartilagine articolare. I sintomi iniziali sono solitamente dolore, rigidità articolare e limitazione dei movimenti, specialmente dopo periodi di inattività.

L’infiltrazione anca acido ialuronico consiste nell’iniezione all’interno dell’articolazione dell’anca di una formulazione di acido ialuronico a basso peso molecolare. L’acido ialuronico agisce come lubrificante naturale e protettivo, contribuendo a rallentare la degenerazione cartilaginea. Numerosi studi clinici hanno dimostrato come questo trattamento possa migliorare in modo significativo i sintomi dolorosi nelle prime fasi della patologia.

Nelle forme iniziali di artrosi dell’anca, l’infiltrazione con acido ialuronico si è rivelata in grado di alleviare dolore e rigidità per periodi anche superiori ai 6 mesi. Questo rappresenta un notevole vantaggio rispetto ai farmaci antinfiammatori, che non agiscono sul processo degenerativo. In alcuni pazienti, le infiltrazioni ripetute nel tempo possono addirittura rallentare la progressione della malattia.

Grazie alla sua azione peculiare, l’infiltrazione anca acido ialuronico risulta una valida opzione da considerare anche nelle fasi iniziali della distrofia articolare, consentendo di posticipare eventuali interventi chirurgici e migliorando sensibilmente la qualità di vita del paziente. Il trattamento, eseguito sotto guida ecografica o radioscopica, garantisce inoltre un ottimo profilo di sicurezza.

Dolore e gonfiore al ginocchio

Dolore e gonfiore al ginocchio: cosa succede veramente alla cartilagine   

Dolore e gonfiore al ginocchio possono essere causati da diverse patologie, come la gonartrosi, l’infiammazione delle membrane sinoviali o la sclerosi dell’osso sottostante. Qualunque sia l’eziologia, questi sintomi devono sempre indurre il paziente a rivolgersi con tempestività a un ortopedico, per una corretta diagnosi della causa scatenante. È infatti fondamentale individuare precocemente l’eventuale processo patologico in atto, al fine di impostare nel modo più appropriato il trattamento.

Se non diagnosticata e curata prontamente, una patologia al ginocchio come la gonartrosi, la sinovite o la sclerosi ossea può progredire rapidamente, determinando un peggioramento irreversibile del quadro clinico e una perdita funzionale dell’articolazione nel tempo.

Solo un professionista esperto come un chirurgo ortopedico è in grado di porre con accuratezza la diagnosi differenziale tra le possibili cause che possono scatenare il dolore e gonfiore al ginocchio. Ciò consente di adottare la strategia terapeutica ottimale, che può prevedere trattamenti farmacologici, infiltrazioni, fisioterapia, oppure in alcuni stadi più avanzati l’intervento chirurgico ricostruttivo o protesico. È quindi raccomandabile che, di fronte a sintomi del genere, il paziente contatti senza indugio uno specialista competente, unico in grado di assicurare la migliore gestione del caso.

Dolore e gonfiore al ginocchio: Degenerazione e usura della cartilagine

Dolore e gonfiore al ginocchio possono essere causati dalla progressiva degenerazione e usura della cartilagine a livello articolare. La cartilagine si logora naturalmente con l’età o a causa di traumi ripetuti, perdendo la capacità di ammortizzare lo stress meccanico cui è sottoposta l’articolazione durante i movimenti. Quando questo tessuto si assottiglia e diventa diseguale, le ossa sottostanti iniziano a sfregare direttamente l’una sull’altra, provocando dolore e infiammazione.

Questo processo è denominato “gonartrosi” o “artrosi del ginocchio“, una delle forme più diffuse di artrosi a livello periferico. L’artrosi del ginocchio colpisce prevalentemente le persone anziane o comunque soggette a sollecitazioni fisiche importanti durante la vita. Con il progredire della degenerazione cartilaginea, il dolore tende ad acutizzarsi soprattutto con il carico e il movimento dell’articolazione interessata. Il paziente può avvertire anche un fastidioso “blocco” del ginocchio e un conseguente limitato raggio articolare. In alcuni casi si associa un gonfiore peristiarticolare che tende a placarsi con il riposo notturno.

Questi sintomi così tipici, quali il dolore e gonfiore al ginocchio, uniti all’esame obiettivo e ad eventuali esami radiografici di controllo, consentono di porre la diagnosi di gonartrosi o artrosi del ginocchio con un elevato grado di probabilità. Il trattamento prevede inizialmente misure conservative come il riposo, il ghiaccio locale e la somministrazione di farmaci antinfiammatori o integratori a base di condroprotettori; in fasi più avanzate potrebbe rendersi necessario il ricorso alla chirurgia protesica di sostituzione articolare. 

Dolore e gonfiore dietro al ginocchio: Infiammazione delle membrane sinoviali

Dolore e gonfiore dietro al ginocchio possono essere sintomi di un’infiammazione a carico delle membrane sinoviali. Le membrane sinoviali rivestono internamente l’articolazione del ginocchio e secernono il liquido sinoviale, che favorisce lo scorrimento delle superfici articolari. Quando queste membrane si infiammano, iniziano a produrre una quantità eccessiva di liquido, che determina il fastidioso gonfiore peristiarticolare, localizzato tipicamente nella parte posteriore del ginocchio.

L’infiammazione delle membrane sinoviali prende il nome di sinovite e può essere conseguenza di traumi, microtraumi ripetuti, malattie reumatiche come l’artrite reumatoide oppure infezioni batteriche. Nel caso di sinovite, il paziente avverte un dolore generico dietro al ginocchio che peggiora con la mobilizzazione articolare e tende a placarsi a riposo. Talvolta si associa la comparsa di tumefazione e arrossamento cutaneo nell’area.

Questo dolore e gonfiore dietro al ginocchio, unito ai reperti dell’esame obiettivo quali il limite funzionale articolare e l’ecografia, consentono di porre con ragionevole certezza la diagnosi di infiammazione delle membrane sinoviali del ginocchio, comunemente nota come sinovite.

Gonfiore e dolore al ginocchio: Sclerosi dell’osso sottostante

Tra le tante altre cause che possono provocare dolore e gonfiore al ginocchio troviamo anche una patologia nota come sclerosi subcondrale. La sclerosi subcondrale consiste nell’indurimento dell’osso situato al di sotto della cartilagine articolare, con conseguente perdita di volume dell’osso spugnoso. Questo processo patologico determina un assottigliamento della superficie ossea su cui poggia la cartilagine e il trasferimento diretto dello stress meccanico alle ossa.

La sclerosi dell’osso subcondrale, solitamente associata all’età o a un’attività fisica particolarmente impegnativa, produce dolore e fastidio al ginocchio soprattutto in fase di carico. Il paziente può avvertire anche un limitato raggio di movimento articolare accompagnato da gonfiore peristiarticolare. Nei casi più gravi, il dolore e gonfiore al ginocchio compaiono anche a riposo e tendono ad acutizzarsi rapidamente con piccoli sforzi. All’esame obiettivo si riscontrano talvolta limitazioni funzionali e irregolarità ossee sotto la cartilagine.

La diagnosi definitiva si basa sull’esame radiografico, che evidenzia l’alterazione della struttura ossea a livello delle superfici articolari. Quando la sclerosi evoluta compromette gravemente la funzionalità del ginocchio, può rendersi necessario il ricorso a un intervento di protesi ginocchio Milano per sostituire completamente l’articolazione danneggiata.

Protesi monocompartimentale del ginocchio: un trattamento definitivo per molti pazienti

L’artrosi del ginocchio rappresenta una condizione patologica degenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando dolore, rigidità e limitazione della funzionalità articolare. Per i pazienti affetti da artrosi in un solo compartimento del ginocchio, la protesi monocompartimentale del ginocchio, nota anche come artroplastica, offre una valida alternativa alla sostituzione totale dell’articolazione.

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Dolore al ginocchio rimedi

Dolore al ginocchio rimedi: i diversi approcci per trovare sollievo

Sono molti i pazienti che lamentano dolore al ginocchio e si chiedono quali siano i rimedi più efficaci per contrastarlo. Il dolore al ginocchio può avere origini e intensità molto variabili, dunque i trattamenti proposti devono essere personalizzati e tarati sulla specifica condizione del paziente.

Inizialmente si prediligono terapie conservative come riposo, applicazione di ghiaccio, assunzione di farmaci antinfiammatori e fisioterapia. Tuttavia, in presenza di artrosi ginocchio conclamata che non risponde adeguatamente a tali opzioni, è necessario ricorrere ad approcci più invasivi.

Tra questi rivestono particolare importanza le infiltrazioni intra-articolari con acido ialuronico o cortisone, in grado di attenuare significativamente i sintomi infiammatori. Nei casi resistenti a tale trattamento oppure quando la patologia risulta troppo compromessa, va considerato l’intervento chirurgico di sostituzione protesica del ginocchio, che oggi grazie a tecniche mini invasive consente di risolvere in maniera definitiva il dolore preservando quanto più possibile l’integrità dei legamenti e dei tessuti molli circostanti.

Pertanto, nella gestione del dolore al ginocchio causato da artrosi, rivolgersi tempestivamente a un chirurgo ortopedico per valutare la possibilità di approcci infiltrativi o, laddove necessario, di intervento di protesi ginocchio Milano, risulta una scelta terapeutica ragionevole.

Dolori al ginocchio rimedi: cure conservative, riposo, ghiaccio, antinfiammatori e fisioterapia

Il dolore al ginocchio può derivare da diverse cause come traumi, sovraccarichi, artrosi ginocchio o infiammazioni. Quando non è presente una patologia strutturale grave, solitamente sono proposte inizialmente terapie conservative mirate a controllare i sintomi e ridurre l’infiammazione.

Tra le cure conservative di primo livello rientrano il riposo della zona dolente, l’applicazione locale di ghiaccio e l’assunzione di farmaci antinfiammatoriIl riposo del ginocchio permette di alleviare la pressione sull’articolazione e bloccare eventuali micromovimenti che causano dolore. L’applicazione di ghiaccio per 15-20 minuti più volte al giorno agisce da antidolorifico e antinfiammatorio riducendo i metaboliti acido che provocano dolore.

Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come il paracetamolo e antinfiammatori specifici come il nimesulide sono in grado di controllare l’infiammazione e quindi migliorare i sintomi dolorosi. La combinazione di queste prime terapie permette di ottenere inizialmente buoni risultati con un rapido sollievo dal dolore in molti pazienti.

Qualora i sintomi permangano, si rende necessario associare una terapia fisioterapica mirata alla gestione dell’infiammazione e al recupero della funzionalità articolare. Gli esercizi proposti in fisioterapia comprendono mobilizzazioni, stretching, rinforzo muscolare e tecniche specifiche per ridurre l’edema e favorire il recupero articolare.

In presenza di artrosi ginocchio sintomi come dolore, rigidità, difficoltà nei movimenti e allo statico, la fisioterapia si rivela molto utile sia per rallentare la progressione della patologia che per migliorare la sintomatologia dolorosa attraverso il potenziamento muscolare e la correzione di eventuali squilibri posturali.

Dolore al ginocchio rimedi: Infiltrazioni con acido ialuronico o cortisone

Quando le terapie conservative non risultano sufficienti a controllare il dolore al ginocchio, si può ricorrere alle infiltrazioni intra-articolari. Tra le infiltrazioni più utilizzate vi sono quelle a base di acido ialuronico e cortisone. L’acido ialuronico è una sostanza naturale presente nel liquido sinoviale che viene somministrata al fine di aumentare la lubrificazione e protezione articolare. Esso infatti favorisce l’assorbimento degli urti e possiede un’azione antinfiammatoria.

Le infiltrazioni acido ialuronico ginocchio Piacenza sono effettuate con un’iniezione all’interno dell’articolazione del ginocchio e permettono in molti pazienti di ridurre sensibilmente il dolore e recuperare mobilità in brevissimo tempo. Tali infiltrazioni possono essere ripetute nel tempo con ottimi risultati.

Altro tipo di infiltrazione è quella a base di cortisone, un potente antinfiammatorio che abbatte drasticamente i sintomi infiammatori legati a condizioni come l’artrosi al ginocchio. Tuttavia gli effetti sono in genere transitori poiché il cortisone è assorbito nel tempo. In presenza di dolore al ginocchio rimedi resistente alle terapie precedenti, le infiltrazioni permettono spesso un sollievo significativo dei sintomi dolorosi e vantano un ottimo profilo di sicurezza quando eseguite da personale specializzato.

Dolori al ginocchio rimedi: protesi mini invasive e Lipogems

Nei casi di dolore al ginocchio resistente a lungo termine alle terapie conservative e alle infiltrazioni, si possono prendere in considerazione interventi chirurgici mini invasivi oppure l’uso di cellule staminali adipose.

Tra gli interventi mini invasivi troviamo le protesi parziali ginocchio, anche dette protesi “monocompartimentali“, che consentono di sostituire solo la porzione d’osso interessata dall’artrosi preservando legamenti e tessuti molli. Tali protesi permettono un recupero funzionale rapido e ottimi risultati a lungo termine riducendo i rischi legati all’intervento rispetto alle protesi totali.

Un’altra opzione è l’infiltrazione di cellule staminali adipose isolata dal tessuto adiposo, note come lipogems. Queste cellule hanno proprietà antinfiammatorie e rigenerative tissutali e possono essere iniettate all’interno dell’articolazione dolente. Numerosi studi clinici ne dimostrano l’efficacia nel migliorare i sintomi dolorosi e la funzionalità articolare in caso di artrosi o lesioni dei menischi e legamenti. Di fronte a dolori persistenti al ginocchio, questi trattamenti rappresentano valide alternative alle protesi totali, consentendo di risolvere la sintomatologia dolorosa e ritardare l’evoluzione della patologia.

Quanto dura gonfiore gamba dopo protesi anca

Quanto dura gonfiore gamba dopo protesi anca? I diversi fattori da considerare

Nonostante le moderne tecniche chirurgiche mini-invasive consentano di eseguire l’intervento di sostituzione protesica dell’anca in maniera poco traumatica per i tessuti molli, sono tuttora in molti i pazienti che si pongono il quesito di quanto dura il gonfiore gamba dopo protesi anca.

 

La risposta a tale domanda non è mai univoca, in quanto vi sono numerosi fattori clinici che influenzano i tempi di risoluzione dell’edema post-operatorio. Oltre allo stato di salute generale dell’individuo e alla severità della patologia trattata con una protesi anca mini invasiva, risulta determinante anche l’esperienza del chirurgo ortopedico nell’esecuzione di questo tipo di intervento.

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Protesi parziale ginocchio

Protesi parziale ginocchio: le diverse tipologie esistenti oggi

Esistono diverse tipologie di protesi parziale ginocchio, ma non sempre tutte le soluzioni sono indicate e applicabili.

 

È infatti possibile sostituire singolarmente la componente femorale, tibiale, rotulea oppure le superfici femoro-patellare. Ciascuna di queste soluzioni comporta pro e contro a livello funzionale. Ma la scelta della protesi più adatta dipende da molteplici fattori legati al singolo paziente e alla specifica condizione patologica.

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Lipogems ginocchio tempi di recupero

Lipogems ginocchio tempi di recupero: ecco cosa tenere in considerazione

I tempi di recupero successivi alle infiltrazioni di cellule staminali adipose isolate mediante Lipogems al ginocchio presentano un certo grado di variabilità in relazione a diversi fattori che devono essere attentamente valutati.

 

Lipogems ginocchio tempi di recupero dipendono innanzitutto dall’età del paziente, dal suo stato generale di salute e dalla presenza di eventuali patologie concomitanti. Anche il grado di deterioramento articolare e l’entità del danno cartilagineo influenzano il recupero funzionale.

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Protesi bilaterali e bifocali: di cosa si tratta

L’intervento di chirurgia protesica per la sostituzione di un’articolazione compromessa da una grave artrosi rappresenta un approccio risolutivo in grado di far recuperare al paziente la funzionalità articolare e la mobilità perdute.

Ma non sono rari i casi in cui la degenerazione artrosica colpisce entrambe le ginocchia o entrambe le anche.

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Artrosi ginocchio sintomi

Artrosi ginocchio sintomi: i segnali da non sottovalutare

L’ artrosi ginocchio sintomi sono più diffusi di quanto si possa credere. Spesso la loro comparsa è sottovalutata o ricondotta semplicemente all’inesorabile passare degli anni.

 

In realtà, l’artrosi del ginocchio può insorgere anche in giovane età, in seguito a traumi o alterazioni congenite dell’articolazione. I segnali da non trascurare sono il dolore, il gonfiore, la rigidità e la limitazione progressiva dei movimenti. Quando si manifestano i primi sintomi riconducibili a possibile artrosi ginocchio, è indispensabile una valutazione specialistica ortopedica. Solo un medico chirurgo, infatti, è in grado di effettuare una diagnosi certa attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo e gli esami strumentali.

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