Protesi bilaterali e bifocali: di cosa si tratta

L’intervento di chirurgia protesica per la sostituzione di un’articolazione compromessa da una grave artrosi rappresenta un approccio risolutivo in grado di far recuperare al paziente la funzionalità articolare e la mobilità perdute.

Ma non sono rari i casi in cui la degenerazione artrosica colpisce entrambe le ginocchia o entrambe le anche.

In queste circostanze è possibile effettuare la sostituzione delle due articolazioni danneggiate nel corso della stessa procedura chirurgica (chirurgia protesica bilaterale).

Seppure meno frequente, è possibile eseguire un intervento anche per la sostituzione dell’articolazione di anca e ginocchio nel medesimo atto operatorio (in questo caso si parla di protesi bifocali).

Le protesi bilaterali

L’intervento per l’impianto simultaneo di due protesi di ginocchio oppure di due protesi

d’anca può essere effettuato in pazienti opportunamente selezionati, in quanto si tratta di una procedura chirurgica più lunga.

Quando lo propongo, mi assicuro di spiegare sempre nei dettagli tutto ciò che avviene in sala operatoria, le potenziali complicanze associate alla procedura chirurgica (tempo di anestesia prolungato, maggior rischio di sanguinamento intraoperatorio) e il percorso riabilitativo postoperatorio.

Per il successo di un intervento di chirurgia protesica bilaterale è infatti fondamentale valutare in modo attento non solo lo stato di salute globale del paziente e l’eventuale presenza di altre patologie concomitanti, ma anche la sua motivazione, la consapevolezza di quanto accadrà e la possibilità di contare sul supporto da parte di famigliari o amici nel periodo postoperatorio, soprattutto nelle prime settimane.

In genere l’intervento inizia con la sostituzione dell’articolazione più compromessa che causa dolore più intenso e prosegue con la protesizzazione dell’articolazione controlaterale.

I vantaggi per il paziente

Sottoporsi a un intervento di protesi bilaterale consente al paziente alcuni vantaggi non di poco conto:

  • una sola anestesia
  • un solo ricovero in ospedale
  • un solo periodo di astensione dall’attività lavorativa
  • un solo percorso riabilitativo per il recupero della funzionalità articolare

La riabilitazione dopo l’intervento

Il percorso riabilitativo che segue un intervento di chirurgia protesica bilaterale non differisce in modo sostanziale da quello conseguente a una procedura per l’impianto di una singola protesi, seppure più impegnativo e complicato.

Questo anche grazie alla possibilità di avvalersi delle tecniche mininvasive come, nel caso dell’anca, la via d’accesso anteriore con tecnica AMIS (Anterior Minimal Invasive Surgery), che prevede il risparmio dei tessuti e delle strutture anatomiche che circondano l’articolazione dell’anca del paziente.

Arrivare all’intervento informati e consapevoli consente al paziente di affrontare con successo questo periodo.

Per un recupero ottimale è inoltre molto importante che il paziente abbia a disposizione un sistema di supporto che possa aiutarlo nelle attività della vita quotidiana. Quando viene sottoposto a un intervento di chirurgia protesica bilaterale, infatti, il paziente non ha una gamba sana e stabile su cui appoggiarsi.

Le protesi bifocali

Seppure in casi meno frequenti, quando opportuno è possibile proporre al paziente un intervento per la sostituzione contemporanea dell’articolazione dell’anca e di quella del ginocchio nel corso del medesimo atto operatorio.

Si tratta di un approccio che non può prescindere da uno stato di salute ottimale del paziente, ma che consente di risolvere la problematica di due articolazioni differenti con un unico intervento.

I vantaggi per il paziente sono i medesimi delle protesi bilaterali, ossia una sola anestesia, un solo ricovero in ospedale, un solo periodo di astensione dall’attività lavorativa e un solo percorso riabilitativo.