Quanto dura la degenza di riabilitazione dopo una protesi all’anca?
Gli interventi di impianto di protesi all’anca attraverso tecniche mini invasive si stanno sempre più diffondendo, grazie ai numerosi vantaggi che offrono rispetto alle tecniche tradizionali più invasive, tra cui tempi di degenza più brevi e minori rischi di complicanze post-operatorie.
Nonostante ciò, sono ancora in molti a chiedersi quanto dura la degenza di riabilitazione dopo una protesi all’anca, in quanto il percorso riabilitativo rappresenta un fattore cruciale per il pieno recupero funzionale dell’articolazione operata. Sebbene gli interventi mini invasivi consentano spesso di ridurre i tempi di degenza iniziali in chirurgia, è importante che il paziente non sottovaluti le successive fasi di riabilitazione.
La risposta a questa domanda è infatti strettamente individuale e dipende da diversi fattori, tra cui l’età del paziente, lo stato generale di salute pregresso e la risposta personale alle cure riabilitative. Per ottenere i massimi benefici dall’intervento e recuperare pienamente la funzionalità dell’arto, la prosecuzione della riabilitazione nel tempo, attraverso costanti esercizi terapeutici anche nel post-dimissione, risulta fondamentale.
Quanto dura la degenza di riabilitazione dopo una protesi all’anca?
La durata della degenza di riabilitazione dopo un intervento di sostituzione dell’anca mediante protesi anca mini invasiva varia in base alle condizioni cliniche di ogni paziente, ma generalmente segue alcune linee guida ben definite.
Dopo l’operazione chirurgica, che consiste nell’impianto della nuova protesi, è previsto un ricovero di circa 5 giorni nel reparto di ortopedia per consentire il monitoraggio post-operatorio. Successivamente, il paziente può essere trasferito nel reparto di riabilitazione per seguire un programma terapeutico della durata standard di 15 giorni.
Tale periodo di degenza in riabilitazione riveste un ruolo fondamentale per il recupero completo della funzionalità articolare. Attraverso esercizi fisioterapici specifici svolti quotidianamente con il supporto dello staff medico-sanitario, è infatti possibile ripristinare progressivamente la mobilità e la forza muscolare dell’arto inferiore operato, riducendo al contempo i tempi di deambulazione con l’aiuto di ausili. In alcuni casi, in presenza di particolari esigenze cliniche del paziente, la durata del ricovero in riabilitazione può prolungarsi oltre le due settimane canoniche, ma di norma entro 1-2 mesi dall’intervento è possibile recuperare un’autonomia sufficiente nelle normali attività della vita quotidiana.
Oggi, grazie alle protesi di nuova generazione, queste tempistiche si sono notevolmente ridotte, se non addirittura dimezzate. Sia i periodi di degenza post operatoria che quelli di recupero sono molto celeri e permettono al paziente di tornare velocemente alla propria normalità. In breve tempo, quindi, e con il minimo fastidio, è possibile recuperare appieno le normali funzionalità e tornare a vivere la propria vita con serenità. Il controllo ortopedico ambulatoriale a distanza di 6-12 mesi dalla dimissione consente di monitorare l’evoluzione positiva nel tempo e la progressiva ripresa funzionale dell’articolazione, grazie anche al proseguimento degli esercizi riabilitativi nel domicilio del paziente.
Fisioterapia dopo protesi anca: gli esercizi riabilitativi
La fisioterapia riveste un ruolo fondamentale dopo un intervento di impianto di protesi all’anca. Gli esercizi riabilitativi hanno l’obiettivo di consentire il recupero della piena funzionalità dell’articolazione operata.
I primissimi esercizi proposti già durante il ricovero in chirurgia ortopedica mirano ad evitare l’insorgenza di complicanze trombotiche e a prevenire problemi di deambulazione. Flesso-estensioni passive del ginocchio devono essere effettuate fin dai primi giorni dopo l’intervento, affinché la ripresa sia graduale ma costante.
Successivamente, con il trasferimento in area riabilitativa, la fisioterapia si concentra sul recupero dell’autonomia funzionale del paziente prevedendo esercizi specifici mirati ad aumentare la mobilità articolare e rafforzare i muscoli dell’arto inferiore operato. Tra i principali esercizi da eseguire troviamo, ad esempio, le gambe libere in decubito laterale, flessioni attive del ginocchio in posizione supina con l’ausilio di fasce elastiche e l’esecuzione di esercizi plantari per migliorare la forza a carico del piede.
Nella fase successiva alla dimissione ospedaliera, quando la riabilitazione prosegue presso il domicilio del paziente, gli esercizi devono focalizzarsi sull’esecuzione controllata di gesti funzionali come la deambulazione, la salita e discesa dalle scale, il sollevamento di carichi dal pavimento.
Riabilitazione protesi anca a casa: cosa fare e cosa non fare
Per il recupero funzionale dell’articolazione operata la riabilitazione protesi anca mini invasiva Palermo a casa riveste un ruolo fondamentale. È importante che il paziente segua correttamente le indicazioni ricevute per non danneggiare l’impianto protesico e accelerare al massimo i tempi di guarigione. Prima di iniziare ad eseguire gli esercizi previsti dalla riabilitazione presso il proprio domicilio, è necessario predisporre l’ambiente domestico in modo funzionale rimuovendo eventuali barriere come tappeti, prolunghe elettriche e preparando un utile rialzo per il wc. Inutile dire che è assolutamente indispensabile porre grande attenzione nel prevenire potenziali cadute, principale causa di complicanze dopo la chirurgia.
Per quanto concerne gli esercizi terapeutici, il paziente deve eseguire con costanza e correttezza le indicazioni ricevute dal medico specialista, svolgendo movimenti mirati a raggiungere progressivamente una piena ripresa funzionale dell’articolazione. Nei primi tempi è indispensabile limitare i carichi funzionali ed evitare lavori domestici pesanti, privilegiando gli allenamenti programmati.
Alcune attività vanno invece assolutamente evitate, come ad esempio il bagno in vasca almeno per i primi tre mesi, preferendo la doccia con tutte le precauzioni del caso. Anche svolgere carichi eccessivi, compiere movimenti bruschi o non controllati potrebbe risultare dannoso per l’impianto protesico. La riabilitazione necessita di costanza, attenzione e precisione nell’esecuzione degli esercizi, al fine di permettere al paziente il completo recupero funzionale nel rispetto dei tempi fisiologici dell’organismo.