Artrosi dell’anca: che cos’è e come gestirla

L’artrosi dell’anca, o coxartrosi, è una malattia degenerativa di comune riscontro in ambito ortopedico ed è caratterizzata da un progressivo consumo della cartilagine articolare, il tessuto elastico che ricopre i capi ossei articolari facilitandone lo scorrimento. 

Sebbene interessi principalmente le persone anziane, la coxartrosi può colpire anche pazienti giovani come conseguenza di numerose patologie che determinano un’usura precoce dell’articolazione dell’anca (per esempio, traumi correlati allo sport, esiti di fratture, necrosi avascolare della testa femorale, conflitto femoro-acetabolare ecc.). 

Le forti limitazioni della mobilità e la sedentarietà correlate a una coxartrosi non trattata possono avere un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita, in termini sia di benessere psicofisico che di aumento del rischio di patologie cardiovascolari e di sovrappeso/obesità. 

Questo rende ragione della necessità di un trattamento adeguato e tempestivo.

Dai sintomi alla diagnosi

I sintomi caratteristici della coxartrosi sono il dolore intenso a livello dell’inguine (talvolta il dolore può irradiarsi anche a gluteo, coscia e ginocchio), oltre a limitazioni di movimento e rigidità articolare che possono diventare tali da impedire lo svolgimento delle normali attività della vita quotidiana.

In presenza di questi sintomi è opportuno effettuare una visita specialistica con un Ortopedico. 

L’esame obiettivo e l’anamnesi combinati ai riscontri di esami di imaging – come la radiografia e, nei casi dubbi, la risonanza magnetica – consentono allo specialista di porre la diagnosi di coxartrosi e valutarne la fase e la progressione.

Il trattamento della coxartrosi: le strategie conservative

Gli obiettivi principali del trattamento della coxartrosi sono alleviare il dolore e migliorare la mobilità dell’articolazione dell’anca e, di conseguenza, la qualità di vita del paziente. 

Ovviamente, le strategie di trattamento dipendono dallo stadio della malattia.

Nei pazienti con coxartrosi in fase iniziale o moderata e in cui il consumo osteo-cartilagineo non è avanzato, possono essere utilizzate delle strategie terapeutiche di tipo conservativo, finalizzate ad alleviare la sintomatologia e a ritardare il ricorso a un intervento chirurgico di sostituzione protesica.

Tra queste, il riposo, un programma di fisioterapia appropriato, l’eventuale riduzione del peso corporeo se in eccesso, il trattamento medico con farmaci antidolorifici o antinfiammatori. 

Possono essere di ausilio anche le infiltrazioni ecoguidate di acido ialuronico, una sostanza naturale che agisce come una sorta di lubrificante consentendo un miglioramento (seppure temporaneo) della mobilità articolare; il supporto ecografico permette di effettuare l’iniezione di acido ialuronico nell’anca in modo estremamente preciso. 

La protesi d’anca

Nei casi in cui il paziente presenti coxartrosi avanzata e dolore costante, che si ripercuote negativamente sulla sua qualità di vita con forti limitazioni delle attività quotidiane, si rende necessario il ricorso a un intervento di chirurgia protesica.

Questo intervento consente di sostituire l’articolazione dell’anca con componenti artificiali costituite da materiali (metallo, polietilene, ceramica) in grado di resistere a carichi elevati per periodi prolungati.

L’intervento di chirurgia protesica deve essere seguito da un periodo adeguato di riabilitazione postoperatoria finalizzato a migliorare la mobilità e la forza dell’articolazione e personalizzato in base alle esigenze e aspettative del paziente.

L’impianto di una protesi d’anca consente al paziente operato di tornare a vivere una vita senza più dolore né limitazioni alle normali attività quotidiane, con percentuali di successo che si attestano intorno al 97-98%.