Protesi monocompartimentale vs. protesi totale: qual è la differenza?

Il ginocchio è un’articolazione fondamentale per la mobilità e la qualità della vita. Quando l’artrosi o altre patologie degenerative compromettono il suo funzionamento, il dolore e la limitazione dei movimenti possono diventare invalidanti. 

A quel punto, l’intervento chirurgico diventa una possibilità concreta. Ma quale soluzione è la migliore? Protesi monocompartimentale o totale? Quali sono le differenze e chi può accedere all’una o all’altra?

Sono il Dott. Enis Rustemi, ortopedico traumatologo specialista in chirurgia protesica mininvasiva di anca e ginocchio. Il mio obiettivo è restituire ai miei pazienti una vita senza dolore, scegliendo l’approccio più adeguato alle loro necessità. 

In questo articolo spiegherò la differenza tra protesi monocompartimentale e protesi totale del ginocchio, per capire quale intervento sia più indicato in base alle diverse condizioni.

Protesi monocompartimentale: cos’è e quando è la scelta migliore?

La protesi monocompartimentale del ginocchio è un impianto chirurgico che sostituisce solo una parte dell’articolazione, preservando i tessuti sani e i legamenti crociati. È indicata quando la degenerazione articolare è limitata a un solo compartimento, garantendo un intervento meno invasivo, un recupero più rapido e una maggiore stabilità rispetto alla protesi totale. 

Questo significa che il danno riguarda esclusivamente una parte dell’articolazione, lasciando le altre strutture intatte e funzionanti. Solitamente, l’usura interessa il compartimento mediale (parte interna del ginocchio), ma in alcuni casi può coinvolgere il compartimento laterale o femoro-rotuleo.

Per essere un candidato ideale a questo tipo di intervento, è necessario che i legamenti del ginocchio siano integri e che non vi siano deformità troppo marcate. Inoltre, la stabilità articolare deve essere buona, poiché la protesi monocompartimentale non sostituisce tutti i legamenti come avviene con la protesi totale.

Vantaggi della protesi monocompartimentale

Questo tipo di impianto ha diversi benefici rispetto alla protesi totale. 

  • Innanzitutto, l’intervento è meno invasivo, poiché la sostituzione riguarda solo una parte del ginocchio
  • Ciò comporta una minore perdita di tessuto osseo e un recupero più rapido. Il dolore post-operatorio è solitamente inferiore rispetto alla protesi totale, e i tempi di ospedalizzazione e riabilitazione sono più brevi
  • Dal punto di vista funzionale, la protesi monocompartimentale consente di preservare i legamenti crociati, mantenendo una sensazione più naturale nei movimenti
  • Inoltre, poiché l’impianto è più piccolo, il rischio di complicanze post-operatorie è ridotto.

Perché non adottare sempre la protesi monocompartimentale come soluzione?

Non tutti i pazienti possono beneficiare di una protesi monocompartimentale. Se il danno articolare è diffuso o se sono presenti instabilità e deformità significative, l’intervento potrebbe non essere efficace nel lungo termine. Inoltre, vi è il rischio che, con il tempo, l’artrosi progredisca nei compartimenti non trattati, rendendo necessario un secondo intervento per sostituire l’intero ginocchio.

Protesi totale: quando è necessaria?

Quando l’usura interessa più compartimenti dell’articolazione, o se il ginocchio è instabile a causa della degenerazione dei legamenti, la soluzione più efficace è la protesi totale. Questo intervento prevede la sostituzione di tutte le superfici articolari danneggiate, ricostruendo la funzionalità del ginocchio in modo completo.

La protesi totale è la scelta migliore nei casi in cui l’artrosi abbia colpito l’intera articolazione. Questo intervento permette un miglioramento significativo della qualità della vita, riducendo il dolore e ripristinando una buona mobilità. La durata della protesi è elevata, con un’aspettativa di funzionalità che può superare i 15-20 anni, specialmente nei pazienti con uno stile di vita moderato.

Essendo un intervento più esteso, la protesi totale comporta un recupero più lungo rispetto alla monocompartimentale. La perdita ossea è maggiore e, in alcuni casi, i legamenti crociati vengono sacrificati, il che può alterare la percezione del ginocchio rispetto a quello naturale. 

Quale protesi è la più adatta?

La scelta tra protesi monocompartimentale e totale dipende da diversi fattori:

  • Estensione della degenerazione

Se l’artrosi è limitata a un solo compartimento, la monocompartimentale può essere la scelta migliore. Se il danno è diffuso, si preferisce la protesi totale.

  • Stabilità legamentosa

Se i legamenti sono sani, la monocompartimentale può preservare una biomeccanica più naturale.

  • Età e stile di vita

Nei pazienti più giovani e attivi, la monocompartimentale può offrire un recupero più rapido e una sensazione più naturale.

  • Aspettative funzionali

Chi ha esigenze elevate di movimento e attività fisica potrebbe beneficiare di una monocompartimentale. Se invece si cerca un miglioramento globale della funzionalità, la protesi totale è più indicata.

Conversione da monocompartimentale a totale

In alcuni casi, una protesi monocompartimentale può essere convertita in una protesi totale nel tempo. Questo accade quando la degenerazione articolare progredisce e coinvolge altri compartimenti. Il vantaggio della monocompartimentale è che lascia più osso disponibile per un eventuale intervento di revisione, rendendo il passaggio alla protesi totale meno traumatico rispetto a un primo impianto.

Se il ginocchio inizia a mostrare sintomi di deterioramento progressivo dopo un intervento monocompartimentale, è possibile valutare un nuovo intervento per garantire una funzionalità ottimale nel lungo termine.

Conclusioni

L’intervento di protesi del ginocchio è una scelta che va ponderata con attenzione, tenendo conto delle condizioni specifiche di ogni paziente. 

La protesi monocompartimentale offre un’opzione meno invasiva con tempi di recupero più rapidi, ma è indicata solo nei casi in cui l’artrosi sia limitata a un compartimento. La protesi totale, invece, garantisce una soluzione definitiva nei casi più avanzati, offrendo un miglioramento globale della funzionalità articolare.

La decisione finale deve essere presa insieme a uno specialista esperto, che valuti accuratamente il quadro clinico e le aspettative del paziente.

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